Il giorno 15 Febbraio 2023 presso i locali della Parrocchia S. Andrea si è tenuto l’incontro del Gruppo di Lettura “Il Ponte delle Parole” in cui è intervenuto l’autore del romanzo scelto e letto “La vita che non muore”. Numerosi i lettori del Gruppo  presenti.

L’ autore Marco Tabellione ha fatto una presentazione del suo romanzo che ha riassunto così: “Un pianista, il sogno della musica e un destino tragico che giunge a spezzare in due la sua esistenza. E tra ricordi, note e sogni, la storia di un amore che non vuole e non riesce a morire. E poi ancora l’eutanasia, l’avidità del mercato e della ribalta e il mistero della vita oltre la vita.

Un nuovo struggente romanzo, un inno all’ arte e alla vita che nessuna morte può davvero cancellare. Romanzo lirico, mitopoietico in cui il protagonista fa un’esperienza di contemplazione, di riflessione, di contatto con la propria interiorità. Recupero del valore dell’individualità che nella società industriale si è persa per esaltare l’individualismo, la competitività… Idea dell’eternità: l’eterno come l’attimo che viviamo a fondo per sempre. Romanzo che mette in risalto la vita come uno scorrere spirituale.”

TRAMA

Stefano è un pianista di successo che, separato dalla moglie, continua a inseguire il sogno di un’ambiziosa opera sinfonica. Una sera, dopo un concerto, la moglie torna a trovarlo, vorrebbe metterlo in guardia, non sa neanche lei da cosa, lo aveva promesso alla madre di lui prima che morisse. Un evento tragico giunge così a sconvolgere la vita di Stefano che, in preda allo sconforto, nonostante l’assistenza della ex moglie, non riesce a reagire, e si lascia andare sempre di più. Intanto una misteriosa presenza comincia a incombere sulle loro vite, forse l’anima di un compositore amico di famiglia, dalla cui figura Stefano è ossessionato. Nonostante tutto, alla fine, la salvezza potrebbe giungere dalla musica stessa, quando tutti i nodi dell’intricata vicenda cominceranno a sciogliersi.

INCIPIT

Era come se la sua anima fosse legata all’anima della tastiera. E non sapeva bene se era lui a suonare, o qualcun altro, qualcos’altro. La musica danzava lenta e sembrava colorare intorno tutte le cose. Indubbiamente era magia quella strana sensazione, ciò che avveniva in quel momento lì. La musica era magia. 

Un fiume che andava e veniva, un mare denso, calmo e in tempesta, profondo e buio, levigato e inondato di sole.Poi quel vento cominciò a soffiare piano, le note si fecero più rare e cominciarono a morire. Le sue dita sfiorarono un’ultima volta i tasti; quindi si sollevarono definitivamente.


Numerosi i lettori  intervenuti che  hanno condiviso le proprie riflessioni sul libro letto e hanno posto  alcune  domande all’autore.
Ne condividiamo alcune.

A proposito dello stile  a me ha colpito in modo particolare il linguaggio, la scelta delle parole, della tecnica espressiva, di quel lirismo tipico dei testi poetici. Tale scelta ha esaltato il narrato surreale, i nuclei tematici dei valori donando una forza espressiva che cattura, nel senso che più che di comprensione basata sulla razionalità sono riuscita a “sentire” i veri scopi che venivano esaltati, messi in evidenza quando, per esempio, a pag.154 a Stefano fa dire: … “la musica è uno strumento, la vita, l’amore, sono essi i veri scopi.” L’essenza della vita è “ciò che non muore”, è l’eterno.
Quella “musica liquida”, rincorsa da Angelo prima e da Stefano poi, capace di creare una “sinergia di anime” (pg.149), capace di illuminare e far scoprire “di avercelo ancora un cuore” (pg.138), capace di far comprendere “la gratuità e la semplicità  …[de] la bellezza, [de] la poesia, [de] l’arte, [de] la musica (pg.150).
Un esempio fra i tanti di questo linguaggio evocativo e penetrante è un accostamento di parole che si fa notare quel mutismo irrinunciabile (pg.48) che prende anche Patrizia per poter “essergli (a Stefano) accanto nel silenzio”.

Franca D.


Mi hanno colpito diverse tematiche:
1) Il risveglio (p. 46-47-48) come momento magico in cui il protagonista riesce a creare le sue composizioni e il risveglio come momento drammatico di presa di coscienza del suo essere paralizzato.
2) Considerazioni sulla morte attraverso l’eutanasia (della volontaria Laura Verter e dell’amico Claudio Morgante p. 82 e pag.100): “Non c’è sole nella morte, non c’è mare, non c’è amore. La morte non è mai una soluzione …non vale la pena rinunciare subito alla bellezza del respiro, della natura, dell’arte, della musica, delle persone, del cibo…vuoi rinunciare al sapore di una ciliegia?”
3) Le due anime nel protagonista (p. 119-120): l’anima cosciente che comprende l’aspetto orribile di ciò che gli è accaduto e gli fa desiderare di morire e l’anima della musica, anima ancora gioiosa, ancora vivida…
4) Tema dell’Acqua, della sua onnicomprensività che permea gli altri 3 elementi Fuoco, Terra, Aria.
5) Riscatto e conversione di due persone venute a contatto con il protagonista per motivi opportunistici: l’amico Claudio, con la manìa del gioco, fornitore del veleno per il suicidio di Stefano, ha un totale ripensamento sulla propria esistenza mentre sta per compiere la canagliata più grande; il giornalista Renzi, dopo tanti anni di vuoto giornalismo, scopre la bellezza, l’elevazione spirituale ascoltando la sinfonia di Stefano.
6) L’amore che non muore, che va oltre la morte, tra Stefano e sua moglie.

Elvira M.


Un libro magico e surreale, un libro che fa sognare.

Edy