Il Gruppo di Lettura Club del Libro “Su in collina e …della crostata al bicarbonato” si è incontrato mercoledì 14 settembre presso il Parco di Colle Renazzo a San Silvestro  per parlare del romanzo “Il Falconiere dei Re” di Ornella Albanese.

Dopo il rituale  scambio di saluti, l’incontro ha avuto inizio con la lettura del messaggio inviatoci dalla scrittrice @Ornella Albanese che ringraziamo di cuore.

 

saluto al club del libro Su in collina… (3)

Durante l’incontro è emerso che il romanzo è piaciuto moltissimo a tutte.

Come sempre il confronto e la discussione  hanno apportato  un prezioso arricchimento alla lettura individuale e ai vari punti di vista.

 

INCIPIT

                                                                                             1250, fine novembre

«Lancialo» disse l’imperatore. Lui portò avanti il braccio. L’uccello stava immobile, in attesa, gli artigli ben saldi sul guanto di cuoio. Ne avvertiva la tensione. Gli tolse il cappuccio e gli occhi rotondi, di un giallo chiaro a denotare la sua giovane età, guizzarono subito su di lui. Curiosi e rapaci. Con gesto lento sganciò la catenella che lo assicurava al suo polso. Lo vide spalancare le ali, impaziente. Già pregustando l’eccitazione del volo e della caccia. «Adesso vai» bisbigliò, perché solo l’uccello potesse udirlo. Un movimento imperioso del braccio e il falcone si lanciò in volo, tagliando in due il cielo. Poi sembrò fermarsi, le piume delle ali immobili a disegnare il grigio di una nube. Avvistò subito la preda e diede inizio alla danza elegante della caccia. Il piccolo uccello si accorse del rapace e il suo volo tranquillo ebbe un sussulto, poi si fece frenetico. Il falcone gli arrivò accanto senza affrettarsi, potente e letale. Volò per qualche istante sopra di lui, come una madre amorosa. Ali di velluto lente e morbide contro ali che sbattevano convulse. Uno già vittorioso, l’altro già sconfitto. Era astuto. Dominava la sua preda costringendola ad abbassarsi. Giocosamente crudele. Poi un guizzo di rapina, e ne afferrò la punta dell’ala col rostro. L’uccello cominciò a dibattersi, a stridere, a gemere. Atterrito, impotente. Piombarono giù nella boscaglia come scaraventati dal pugno di un dio. Loro spronarono i cavalli per raggiungerli. «Hai fatto un buon lavoro con quel falco» disse l’imperatore. Aveva deciso per una pausa della caccia, e adesso stavano sotto la piccola tenda che i servi avevano montato in una radura. L’umidità impregnava i mantelli e il freddo mordeva le ossa, così avevano acceso un fuoco dentro un braciere. Nella tenda arrivavano le voci degli uomini del seguito, parole, esclamazioni, qualche risata. Matthias si trovava con loro quando l’imperatore lo aveva mandato a chiamare. Federico era quello di sempre, eppure gli pareva diverso. Cercò di capire perché. Il suo corpo era asciutto e muscoloso come quello di un giovane. Il volto era privo di rughe, come quello di un giovane. Quasi non riusciva a distinguere i pochi fili bianchi tra i lunghi capelli di un biondo ancora ardente. La voce era forte e imperiosa. Forte anche quando parlava in tono sommesso. Poi capì che erano gli occhi. Apparivano infossati, lividi. Il celeste delle iridi era privo di quell’intensità che sembrava trafiggere. Come se una estenuata indolenza avesse preso il posto della ferocia. Perché l’imperatore aveva la stessa natura dei rapaci che amava. Aveva vissuto, regnato, combattuto le sue guerre, amato le sue donne, studiato i mille codici della sua biblioteca con quella implacabile determinazione che gli faceva raggiungere ogni traguardo prima di chiunque altro. E che riusciva a trasformare in vittorie anche le sconfitte. O almeno così raccontava Pier de la Vigna, che lo conosceva bene, quando al castello era ancora accolto come amico. «Vi ringrazio, maestà» disse.

Albanese, Ornella. Il falconiere dei re (Italian Edition) (pp.8-9). MONDADORI. Edizione del Kindle.

La Scrittrice @Ornella Albanese

Il Falconiere dei re è il trentesimo romanzo di Ornella Albanese. L’autrice ha cominciato a sedici anni, collaborando con racconti gialli e rosa alla narrativa di alcune riviste: Gioia, Bella, Intimità, Milleidee.

Dopo alcuni contemporanei per la casa editrice Le Onde, ha scritto 17 romance storici per I Classici Mondadori, e poi una trilogia medievale per la libreria (Fanucci Leggereditore e Leone editore). Il primo, L’anello di ferro, è stato per mesi in testa alla classifica Amazon. Il secondo, L’oscuro mosaico, ha ricevuto numerosi premi, anche internazionali, ed è in esposizione nel castello di Otranto, sala UNESCO. Il terzo, Il sigillo degli Acquaviva, riporta in vita l’Abruzzo medievale e anche i suoi feudatari, citati in un censimento del 1160.

Ancora un romanzo contemporaneo, I segreti di casa Turquesa, e infine quello che l’autrice considera il suo traguardo più lusinghiero, Il falconiere dei re, nella collana Oscar Bestsellers Mondadori

Riportiamo di seguito alcuni appunti  di discussione e di approfondimento  utili  per chi ha partecipato e per chi non ha potuto partecipare, per chi ha letto il libro e per chi non ha potuto leggerlo.

Appunti di lettura

La storia degli Svevi è raccontata attraverso la storia e le parole di Matthias e le sue conversazioni notturne con Federico morente. Questo romanzo storico è ricco di emozioni e di passione: quella di Federico per la vita, quella di Matthias nei confronti del suo re e di Lucretia, quella di Lucretia per il suo re e per suo figlio Enzio. Le emozioni sono tante: quando Matthias scopre di essere figlio di Federico, il turbinio di emozioni che prova prende anche il lettore. Nel viaggio con Lucretia a Bononia, sembra quasi di vederli e sentire la sofferenza di Matthias per la vicinanza alla donna che ama, ma che ama un altro, Enzio, che Matthias ha intenzione di liberare di lì a poco. Molto bella la figura nobile di Manfredi, in contrapposizione a Corrado, lo straniero, che non riesce a farsi amare ed è attaccato alla corona al punto da vedere anche nel fratello, che docilmente gli aveva consegnato il regno, un nemico da allontanare. Manfredi, al contrario, appare onesto, giusto e impavido. La sua immagine è offuscata, solo per un attimo, dal sospetto che avesse ucciso suo padre. Bella anche la figura di Enzio, così simile a Federico, nobile d’animo, che gioisce di non essere più l’ultimo fratello rimasto e si rifiuta di scambiare la sua libertà con quella di Matthias.

Nel romanzo c’è tanto amore: quello di Federico nei confronti dei figli, del suo regno, dei suoi sudditi, l’amore che si percepisce anche per questo figlio, Matthias, conosciuto e riconosciuto, a suo modo, sul letto di morte, col quale intrattiene delle stupende conversazioni notturne. E poi l’ amore di Lucretia per Enzio idealizzato per anni, che l’ha spinta a ribellarsi al padre, e l’amore che l’ha poi unita a Matthias, cresciuto nel tempo, contro ogni pregiudizio e più forte di qualunque convenzione sociale.

E poi c’è la vera storia, di anni importanti ed inquieti in Italia.

Il romanzo è risultato piacevole, scorrevole ed intenso. Complimenti all’autrice!

Manuela R.

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Matthias giovane falconiere ci racconta le vicende di Re Federico II in un periodo  storico, pieno di intrighi e lotte di successione, dove i legami di sangue passano in secondo piano e tra  le persone che circondano il Re ci sono molti traditori.

Chi arriva in alto deve fare i conti con il livore ” Re Federico.

La bellezza del romanzo sta nel racconto intimo che il Re fa a Matthias e nella descrizione dei posti, le leggende dei castelli , dei boschi e valli , ma anche il racconto popolare dell’ epoca.

Celeste P.

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La storia avvincente di Mattias, ragazzo coraggioso e fedele ai suoi sovrani,  si innesta nel contesto storico dell’Italia meridionale nel 13 secolo, caratterizzato dal dominio di Federico II di Svevia e dei suoi discendenti.

È  un viaggio all’indietro nel tempo, con una descrizione molto accurata di fatti realmente accaduti che arricchisce la conoscenza del lettore su un periodo del tutto particolare nel medioevo italiano.

Infatti l’Autrice, attraverso le vicende del protagonista, ha messo la lente di ingrandimento su due aspetti storici rilevanti:

  • I conflitti dell’impero con il papato, sintetizzati all’inizio del romanzo dalle parole di Federico (54):l’impero non si umilia di fronte alla Chiesa e al suo Papa. Sarà risarcita di quanto le spetta solo se il Papa risarcirà l’impero di quanto gli spetta”. Nel corso del racconto si vedrà come la Chiesa sia sempre in guerra con gli Svevi, alleandosi di volta in volta con nobili loro nemici o, peggio, favorendo la discesa dalla Francia di Carlo d’Angio’ (213) per batterli rovinosamente.
  • I cambiamenti culturali introdotti da Federico – e portati avanti dai figli  Manfredi ed Enzio – in un mondo fino ad allora caratterizzato da tradizioni feudali retrograde. Vedasi per esempio i continui riferimenti nel testo alla valorizzazione degli studi letterari e delle arti: Mattias può godere , per testamento, (53) dell’accesso alla biblioteca dell’imperatore dove può trovare spunti e ispirazioni per nuovi studi (90, 91,96), Manfredi nei momenti di sconforto (da 149 a 151, 210) trova rifugio nei libri e nella poesia, Enzio, seppure in carcere (23) a Bonomia (la moderna Bologna), è stimato da quella comunità per la sua dedizione alle lettere e alla poesia, in particolare alle rime siciliane (307).

Le avventure di Mattias sono le stesse degli imperatori svevi , in una frenesia di spostamenti in lungo e largo per l’Italia, combattendo, tramando o fuggendo: da Foggia (11, 89) a Florentinum (15, 72) a Lucera (87) da qui a Siponto(118), Ceprano (173), Acerra (176), Benevento (222e segg), e poi ancora dal tracturus magnus  ( 246, 251 la via dei pastori) a Santa Maria in Montesanto (262) e a Bonomia (281), per tornare poi a Lucera (319), Messina (317), a Palermo(321).

Il libro della Albanese dà molto risalto:

  • alla dedizione, al rispetto e all’amore del protagonista per i suoi governanti (79, 135, 164, 217, 270 e segg, 298);
  • alla fedeltà di Manfredi nei confronti sia della memoria del padre (75,76) sia di Corrado (126,163),suo fratello, nuovo imperatore, superando anche le incomprensioni e le mortificazioni manifestate da quest’ultimo (da131 a136, 151);
  • alla saggezza e alla generosità di Enzio che rifiuta la liberazione dal carcere per consentire una vita libera al giovane Mattias (305).

Insieme a questi valori altamente morali la lettura evidenzia anche:

  • i tradimenti  (180) da parte di nobili beneficiati a suo tempo da Federico, come il caso di Giovanni Moro (28, 39, 155, 183, 185);
  • l’ odio ostinato di Arrigo e Francesco Torre Ventosa nei confronti di Mattias (103, 121, 171, 188 e segg) per aver aiutato Lucretia a fuggire per evitare un matrimonio combinato (101, 157);
  • la brutalità adottata nella battaglia di Benevento dai francesi di Carlo d’Angio’, che,  in spregio ad ogni regola cavalleresca, colpiscono i cavalli per far cadere i cavalieri e massacrarli (224).

Il falconiere dei re, romanzo ambientato nella  storia di circa dieci secoli fa, tratta tanti aspetti della giostra della vita che fanno pensare a eventi e circostanze simili del  nostro tempo. La storia si ripete ( come sostiene Vico con i corsi e i ricorsi) e le analogie che si osservano dovrebbero far capir meglio l’essenza dei fatti. Ciò che l’Autrice fa dire a Federico (54): “Quante battaglie, quanti scontri, quanti agguati. Il sangue scorreva a fiumi. Il clangore delle armi è ancora dentro la mia testa. I corpi mutilati, il fumo degli incendi, il puzzo dei cadaveri. Nuove alleanze , vili tradimenti…” potrebbe essere un diario della guerra in Ucraina.

Così come il trasferimento  dei saraceni  a Lucera (148, 149) dove, dice sempre Federico “hanno trovato una patria e la loro ribellione si è trasformata in fedeltà incrollabile” (55), fa pensare al progetto del sindaco di Riace (2004-2018) per accogliere e integrare gli immigrati, anche al fine di farne diventare una risorsa (progetto come è noto interrotto da vicende giudiziarie e trasformatosi indecorosamente in “ favoreggiamento all’immigrazione clandestina”).

Daniela C.

#literacy #leggereapescara #gruppidilettura

@ornella albanese